Chi lo dice che non esistono amici nel mondo degli affari? Quando Giovambattista La Marca, imprenditore di Nola in provincia di Napoli, nel 1975 decise di dare vita alla Nolanplastica – azienda leader nel settore della produzione del film estensibile e termoretraibile – fu proprio per ascoltare il consiglio di un amico.
E oggi, quarantasette anni dopo, lo ricorda ancora con orgoglio. E senza pentimenti. Erano anni di fermento per il nostro Paese e, probabilmente, anche di profonda confusione. Carenze infrastrutturali ed ecosistema sociale non remavano esattamente nella stessa direzione degli imprenditori coraggiosi. Soprattutto a certe latitudini. Ma, all’allora giovane La Marca – il cui padre era un importante imprenditore nel settore dell’import-export ortofrutticolo – non piaceva quel mondo. La frutta è un bene deperibile e va soggetta a troppe variabili non controllabili. “L’industria, invece, ha bisogno di prevedibilità”, sottolinea a Economy il presidente del gruppo nolano.
E così, preferendo un prodotto più “durevole,” a metà degli anni settanta fonda la sua azienda, all’epoca attiva nel settore della produzione dei sacchi e sacchetti di plastica destinati alla nettezza urbana. Solo tre anni dopo nascerà il primo impianto produttivo per la realizzazione del film termoretraibile. Il momento è quello giusto. Nel giro di un decennio il mercato esplode. L’anno di volta, infatti, è il 1990 quando sul mercato fa il suo ingresso il film estensibile. Un prodotto complementare alla crescita della società dei consumi, utilizzabile in quasi tutti i settori produttivi. Certo, sono le componenti Food and beverage a trainare tutte le altre.
“Alla fine degli anni Novanta – dichiara Giovam Battista la Marca – ho realizzato un opificio per la produzione di film estensibile automatico e manuale. Questo ci ha consentito di pensare in grande e di iniziare ad affacciarci sui mercati internazionali. Nel 2003, quando la produzione di film ha raggiunto le 20mila tonnellate, la quota di export ha contribuito al raggiungimento per il cinquanta per cento al nostro fatturato”.
Da allora, il gruppo Nolanplastica ne ha fatta di strada. Con l’ultimo bilancio il fatturato ha superato i 70 milioni di euro con 150 dipendenti. I mercati di riferimento continuano ad essere l’Italia per il cinquanta per cento e l’Europa per la restante parte (in particolar modo Francia, Olanda, Belgio e Gran Bretagna).
“La scelta strategica che abbiamo compiuto quindici anni fa – prosegue La Marca – è stata quella di internazionalizzare l’azienda, diversificando la produzione. Dal 2007, infatti, siamo presenti in Tunisia dove abbiamo due siti produttivi (a Bizerte e Menzel Bourguiba). Qui viene realizzato il prodotto basico, il film estensibile standard, mentre in Italia è rimasta la produzione di eccellenza che, ovviamente, garantisce un valore aggiunto diverso ed è pensato per mercati e clienti diversi. E che l’internazionalizzazione sia stata la scelta giusta è dimostrato dal percorso fatto, visto che nel 2010, per la prima, l’export verso i paesi extra-Ue pesava già per il 15% sul totale dei ricavi”. Insomma, il destino di ogni azienda è crescere. Ampliare il mix di prodotti e mercati geografici di riferimento.
E se i numeri parlano chiaro, il presidente di Nolanplastica non ha dubbi: “Sono le persone che fanno la differenza”. Quando dice ‘persone’ si riferisce ai suoi dipendenti e alla sua famiglia. I primi perché “sono collaboratori seri e appassionati che, dalla produzione al commerciale, si impegnano condividendo i nostri valori e i nostri obiettivi” e la famiglia “che è l’ingrediente più importante perché senza di essa non si costruisce niente”. Al suo fianco, le figlie Teresa, direttore generale, Gabriella, che preside la direzione commerciale Italia e estero e il marketing, e Simona che invece è l’esperta di finanza della famiglia. E gli altri ‘segreti’ del successo? “A parte l’intuizione iniziale, da cui tutto sempre parte, come all’inizio di ogni bella storia, l’elemento che più di tutto ha garantito il successo al nostro gruppo è stato senz’altro l’aver capito per tempo l’importanza della diversificazione e della internazionalizzazione. Oggi se ne è aggiunto un altro, che in realtà e più un obiettivo che stiamo perseguendo, che è la sostenibilità”, ha aggiunto La Marca.
“La sostenibilità non è uno slogan e il nostro laboratorio sta lavorando sul fronte ambientale – gli fa eco Teresa la Marca – utilizzando prodotto rigenerato, post consumo e post industriale, perché anche i clienti sono attenti a questi aspetti e non possiamo rimanere indietro”.
E poi, il futuro. In Nolanplastica ritengono che il futuro sia “già oggi”. Incrementando fatturato e progetti. “Il nostro gruppo – continua il direttore generale della compagine nolana – è all’interno del contratto di sviluppo 2017-2023 siglato insieme alla regione Campania, al ministero dello Sviluppo Economico e Invitalia. Noi siamo capofila dell’accordo di filiera Corepac che comprende altre otto aziende e il cui valore complessivo è di 80 milioni di euro. La tematica principale è sempre il packaging sostenibile e l’azienda ha investito 14 milioni di euro sul fronte della rivoluzione digitale, di industria 4.0 e della ricerca e sviluppo seguendo il progetto Ninfea che è rivolto alla messa a punto di soluzioni sempre più innovative e verdi”.
L’ 80% dell’azienda è stato già coinvolto in processi che vanno nella direzione green. La produzione ha virato decisamente verso film plastici sempre più ecosostenibili con mandrino leggero e stampe ecologiche. Una sfida ancora più importante se si pensa che il polimero è un derivato dell’etilene e della nafta.
“Naturalmente – continua il fondatore – ci sono diverse forme di crescita. E noi guardiamo anche a quella inorganica, alle acquisizioni. Perché, per chi è attento e sa aspettare, ci sono sempre buone opportunità da cogliere. L’azienda è un sistema complesso di parti. E la sua crescita dipende dalla crescita o dal miglioramento di ognuna di esse. Se hai un buon commerciale ma un pessimo prodotto è impossibile vendere. E viceversa. Oppure, se la Finanza non funziona e l’IT singhiozza, non si possono ottimizzare i processi né approvvigionarsi con le necessarie risorse per investire. E così via”.
Insomma, sono tutti gli aspetti industriali a dover essere curati. “Inclusa la comunicazione – prosegue Teresa la Marca – perché riteniamo che spiegare bene il nostro prodotto significhi spiegare bene la nostra storia e i nostri obiettivi. E il mercato lo percepisce come un valore aggiunto”.
Il tutto, con un approccio glocal. Il cuore nel territorio ma lo sguardo rivolto all’esterno. Perché la scelta di rimanere a Nola è quasi una dichiarazione d’amore. “Siamo molto legati al nostro territorio – conclude Giovam Battista La Marca – sia perché riteniamo indispensabile restituire in termini di ricchezza prodotta e di ricadute positive i frutti del nostro lavoro sia perché vogliamo far crescere insieme all’azienda anche la nostra comunità”.